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 Accademia di Belle Arti Venezia


Giancarlo F. Tramontin, una vita per la scultura

Con la scomparsa di Giancarlo Franco Tramontin (Venezia, 5 maggio 1931-21 ottobre 2023) termina una stagione che ha visto una serie di artisti attivi a Venezia nel corso del ‘900, protagonisti della scena nazionale e internazionale. Titolare di Scultura per diversi lustri presso l’Accademia di Belle Arti, Tramontin è stato l’ultimo erede della grande scuola iniziata negli anni ’40 con Arturo Martini, poi proseguita con Alberto Viani di cui è stato allievo e quindi assistente alla cattedra e della quale, successivamente, ha assunto la titolarità fino al 1998. Un cerchio che si chiude e che ha visto solo per brevi periodi l’inserimento di altri artisti provenienti da realtà diverse, come nel caso di Venanzio Crocetti prima, quindi di Nino Cassani.

Tramontin ha maturato prestissimo una sua personale propensione all’arte e fin da giovanissimo scopre la vocazione al disegno e alla scultura grazie ai primi contatti con maestri come Arminio Enrichi, pedagogo e musicista-compositore, Pierluigi Sopelsa, scultore e Giacomo Caramel, artista-filosofo, docente di disegno e storia dell’arte al Liceo Scientifico Benedetti, quest’ultimo decisivo per indirizzarlo poi agli studi del Liceo Artistico e dell’Accademia di belle arti. Fondamentali gli incontri a Venezia con figure di varia provenienza ma tutti con uno spiccato interesse nei confronti dell’arte nelle più varie declinazioni di ricerca, come i pittori Armando Pizzinato, Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova e altri rappresentanti de “Il Fronte Nuovo delle Arti” di Giuseppe Marchiori, lo storico dell’arte già direttore dell’Accademia di belle arti di Venezia, Giuseppe De Logu, il poeta Diego Valeri, quando era presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa, Virgilio Guidi e la scuola spazialista veneziana soprattutto con Edmondo Bacci, Gino Morandis, successivamente con Mario Deluigi, Bruno Saetti, Carlo Scarpa, il pittore e raffinato critico d’arte Leone Minassian che aveva frequentato gli artisti surrealisti a Parigi e diffuse la loro poetica a Venezia attraverso la rivista Minotaure, Jean Arp, conosciuto in occasione di un viaggio in Svizzera appositamente organizzato per poterlo incontrare, i critici e storici dell’arte Giuseppe Mazzariol, Carlo Ludovico Ragghianti, Pier Carlo Santini, Simone ed Eva Viani. Anche per le ragioni di tutti questi fondamentali contatti maturati durante la sua esistenza e i vari percorsi di ricerca, ritirandosi dalla lunga attività in Accademia, nel 1998, fortemente volle, assieme ad altri colleghi, in occasione dello spostamento dalla seconda sede storica a quella dell’ex Ospedale degli Incurabili e per i 250 anni dalla fondazione dell’antica istituzione accademica, la nascita di una collezione interna che raccogliesse le opere degli artisti che vi avevano insegnato dall’arrivo, nel 1927, di Virgilio Guidi da Roma in sostituzione di Ettore Tito, ritiratosi per limiti di età dall’insegnamento, fino così a coprire tutto il XX secolo. Con Tramontin si chiude sicuramente una fase che aveva visto a Venezia, nel corso del ‘900, un proliferare non indifferente di artisti proiettati su scala internazionale, caratterizzati da quella linea elegante e raffinata che nella comune matrice matissiana, potevamo riconoscerla ancora nel segno di un Viani, di un Carlo Scarpa, di un Mario Deluigi, nonché nella stessa mano ferma di una linea essenziale e unica così come sapeva tracciarla Tramontin, sia nel segno-disegno della pagina bidimensionale del foglio, sia nel contorno di una sua scultura tridimensionale nel tempo sempre più piatta e sottile del legno o del marmo o del bronzo. Fai buon viaggio Franco, artista elegante e signore.

Saverio Simi de Burgis