Corso di
Fenomenologia delle Arti contemporanee
Primo semestre | Triennio
Docente Riccardo Caldura
Presentazione
La parola e l’immagine fra sperimentazione artistica, comunicazione e sfera pubblica
Due ambiti apparentemente rivali quali quelli della parola e dell’immagine in realtà vengono fatti oggetto di una complessa e articolatissima sperimentazione artistica di lungo periodo che tende sempre più a renderli meno distinti, verso una sintesi ‘verbo-visuale’, come è stata a suo tempo definita, che di fatto sembra anticipare i più recenti sviluppi dei linguaggi digitali. Fra la fine dell’Ottocento e il Novecento intense sperimentazioni nell’ambito letterario, in particolare della poesia, hanno evidenziato quanto in ambito teorico veniva intravisto dalle coeve teorie linguistiche: cioè che ogni segno è definito non solo dal significato che vi attribuiamo, ma anche dalla componente formale che lo veicola costituita da aspetti grafici e acustici: cioè quel che Ferdinand de Saussure definiva il significante. La sperimentazione artistica dai primi decenni del Novecento ha sondato con rara intensità il nesso fra contenuto della rappresentazione e forma della medesima, rendendo molto fluide e permeabili le differenze fra parola e immagine, o fra ciò che è dicibile (sayable) e ciò che è visibile (seeable) come ci ricorda W.J.T.Mitchell in apertura del suo saggio dedicato a “Word and Image” (1996). Tavole parolibere, poesie fonetiche, nuove forme grafiche e tipografiche, collage e fotomontaggi, destrutturazione e ampliamento degli ambiti tradizionali di produzione dell’immagine (pittura e scultura) erano dovuti alla relazione fra la sperimentazione artistica, non accademicamente chiusa nelle distinzioni disciplinari, con i più diversi aspetti della società contemporanea: dalle innovazioni apportate nella comunicazione di massa (e gli aspetti sociopolitici ad essa inerenti) alla rapida evoluzione delle tecnologie, anche di stampa, e il loro sempre più pervasivo impatto sulla vita quotidiana. Richiamare sperimentazioni che, dai primi del Novecento, non hanno mai smesso di alimentare la produzione artistica, e che ritroviamo in grandi opere contemporanee dove la parola, il segno, il testo possono diventare installazioni nello spazio urbano, implica provare a comprendere quale sia oggi il nostro rapporto con le parole e le immagini, quale fonte inesauribile di ispirazione sia per le pratiche artistiche che per la riflessione teorica. Il modo di strutturarsi del corso mira ad una assunzione consapevole del contesto di problematiche inerenti una interpretazione dell’attualità, come condizione da cui partire e a cui far ritorno. Quale esempio di questo andamento ‘circolare’ valgano due citazioni a cui fa riferimento il titolo del corso. La prima è una notazione tratta da “Fuga dal tempo”, il Diario di Hugo Ball, fondatore di Cabaret Voltaire: “La parola e l’immagine sono uno. Pittori e poeti si appartengono l’un l’altro” (13 giugno 1916). La seconda tratta da una intervista di Nanni Balestrini, uno dei protagonisti del Gruppo ’63: “Ho sempre cercato di muovermi nei confini tra la parola e l'immagine, tentando tutte le possibili intersezioni. Che sono infinite, e perciò è molto appassionante sperimentarle”.
Ogni lezione affronterà un argomento specifico mediante materiali visivi, che saranno resi disponibili su teams.